Per una fondazione teologica dei diritti umani nella tardomodernità
Abstract
Sommario: I. I diritti umani nella situazione della tardomodernità (Spätmoderne). II. La Chiesa e lo schema «comune» dei diritti umani. III. Relativismo e particolarismo: là dove si è incagliata oggi la discussione. IV. Come salvaguardare l’universalità?. V. Determinazione relazionale tra etica sociale e teologia dei diritti umani: 1. Etica sociale. 2. Una teologia dei diritti umani.
Lo studio esibisce la convinzione che la nuova strategia dell’etica sociale, volta a superare la sfida del relativismo etico attuale, si rintracci nella fondazione teologica dei diritti umani, e questo proprio nella temperie attuale della Spätmoderne, ovvero della modernità irritata e scossa qual è la “tardo-modernità”. Oggi, infatti, i diritti umani non vengono più percepiti come il portato di un’acquisizione universale della ragione, bensì come il prodotto neutrale della pluralità delle varie espressioni culturali, senza l’assimilazione di una determinata antropologia concreta, che non sia quella “negativa”, ossia là dove essi vengono clamorosamente infranti. A questo proposito, è emblematico che proprio nel decalogo si trovi il momento più elevato della concretizzazione di tale “antropologia negativa” – attraverso il comandamento del “tu non devi” – il quale sta, dunque, a fondamento della solidarietà umana universale dinnanzi al diritto dell’uomo. La fondazione teologica dei diritti umani risiede, insomma, in quelle premesse dettate dall’esperienza stessa dell’uomo, che sono la sua ragione e il senso della sua dignità.
The essay expounds the belief that the new strategy of social ethics, to overcome the challenge set by today’s ethical relativism, lies in the foundation of human rights in theology, and this precisely in the climate of today’s Spätmoderne, our frayed and shaken “late-modernity”. For today human rights are no longer seen as the consequence of a universal acquisition of reason, but as the neutral product of the converging of a plurality of cultural expressions, with no assimilation of a particular anthropology except in a “negative” sense, in cases where human rights are blatantly violated. With regards to this, it is emblematic that the highest embodiment of this “negative anthropology” can be found in the Ten Commandments – in the “thou must not” – which, therefore, is at the basis of universal human solidarity concerning human rights. The theological foundation of human rights, in sum, can be found in the premises provided by human experience itself, that is to say man’s reason and sense of dignity.