La dimensione apologetica della Teologia fondamentale: una riflessione sul ruolo dei Praeambula fidei
Abstract
Sommario: I. Introduzione - II. La vocazione pubblica e contestuale della Teologia fondamentale: 1. Dare le ragioni della propria speranza. 2. Sul contenuto del termine apologia e sull’esporsi ad extra della Teologia fondamentale. 3. La ragione a cui fare appello nell’annuncio della speranza cristiana - III. I mutamenti nella comprensione delle rationes credibilitatis e dei praeambula fidei nel passaggio dall’Apologetica cattolica alla Teologia fondamentale: 1. Il magistero precedente il Concilio Vaticano ii e la trattazione neoscolastica della credibilità. 2. La ricomprensione teologica della credibilità e la prospettiva del Concilio Vaticano ii. 3. Alcune precisazioni ermeneutiche ed il permanere di alcune incertezze. 4. Navigando fra Scilla e Cariddi. 5. Alcuni punti fermi - IV. Evangelizzazione e appello alla ragione nella temperie culturale odierna: 1. Il dibattito sulla possibilità di un logos condiviso. 2. L’appello ad un logos creatore - V. Per una comprensione dei preamboli della fede “in dialogo” con la Teologia fondamentale: 1. La collocazione dei preamboli della fede nel percorso dialogico-apologetico della Teologia fondamentale. 2. Le prerogative di una ratio capax fidei situata fra rivelazione naturale e rivelazione storica. 3. Valenze di una riflessione sulla religione e sull’epistemologia teologica - VI. Per un discernimento dei preamboli della fede : alcuni spunti tematici.
L’articolo prende avvio da una riflessione sulla “dimensione apologetica” della Teologia fondamentale, riconoscendola oggi nella sua natura di teologia di fronte a un interlocutore e di teologia in contesto, caratteri che ne individuano il ruolo di laboratorio per la formulazione di una teologia pubblica. Dopo aver riepilogato alcune tappe del cammino di emancipazione della Teologia fondamentale dall’Apologetica classica, specie in merito alla ricomprensione e al superamento del suo momento filosofico-razionale, si esamina se in questo mutato contesto i praeambula fidei possano ancora svolgere qualche specifica funzione. Esposti alcuni elementi di disagio sperimentati dall’evangelizzazione nella temperie culturale odierna, specie in merito al confronto con la ragione cosiddetta laica, l’articolo si chiede quale diaconia al Vangelo la Teologia fondamentale potrebbe oggi esercitare in proposito, anche sulla scorta di alcune autorevoli percezioni del problema da parte del recente Magistero della Chiesa e di singoli autori. Si propone di vedere nei “preamboli della fede” uno snodo importante di tale diaconia, suggerendo per essi il ruolo di contribuire a mostrare alla ragione la “significatività” della Parola rivelata. Questi ammettono di essere compresi anche all’interno di un itinerario teologico, e non meramente filosofico, perché collocati fra le due modalità dell’unica rivelazione divina, quella di una parola pronunciata attraverso il creato e quella di una parola pronunciata nella storia. Si segnalano infine alcuni contenuti che andrebbero oggi associati a tali preamboli ed il loro legame con una nozione di Dio significativa anche per il pensiero filosofico.
In this paper we discuss the apologetic dimension of Fundamental Theology, pointing out that such dimension should be recognized in the role it has as theology in dialogue, always facing an interlocutor, and called to supply reflections useful for a public discourse on God. After summarizing the historical path that led classical Apologetics to be replaced by contemporary Fundamental Theology, mainly prompted by the need of emphasizing its new fully theological status, we examine whether the so-called praeambula fidei, more philosophical in character, might continue to play any role in such a changed context. Since contemporary evangelization experiences today serious difficulties due to the major influence of lay-atheistic thought, that uses to criticize any philosophical access to the notion of God, we raise the question whether Fundamental Theology is called to face this situation and offer any intellectual aid to the preaching of Gospel. Taking the cue from some comments made on this subject by the recent Magisterium of the Church as well as by individual authors, we suggest re-evaluating the role of praeambula fidei as part of such necessary theoretical support, exploring the ways in which Fundamental Theology could enter into dialogue with them. The preambles of faith have in fact the function to show the rational meaningfulness of a number of contents associated to Revelation. Moreover, they can be recognized as part of a theological, not merely philosophical path, taking into account that their knowledge is theoretically placed after God’s Revelation in nature, made by His creation, and before the Revelation that God realizes through a history of salvation. Finally, in the light of contemporary pastoral and cultural climates, we try to point out which specific contents should be today recognized as part of these preambles.