La rivelazione di Dio nel creato nella teologia della rivelazione del XX secolo

Authors

  • Javier Sánchez Cañizares
  • Giuseppe Tanzella-Nitti

Abstract

Sommario: I. Introduzione. II. La situazione antecedente al Concilio Vaticano II: 1. Il contesto degli insegnamenti del Magistero. 2. Il concetto di rivelazione: rivelazione soprannaturale e rivelazione naturale. 3. Le differenze fra rivelazione soprannaturale e rivelazione naturale. 4. Il rapporto fra le due rivelazioni. III. Lo sviluppo teologico a partire dal Concilio Vaticano II: 1. L’impostazione della Dei Verbum. 2. Le nuove coordinate biblico-teologiche per comprendere la natura della rivelazione. 3. Il riferimento alla rivelazione di Dio nel creato. 4. L’unità della rivelazione e l'articolazione fra le sue dimensioni naturale e storica. IV. Valutazione di insieme. V. Dalla metafora dei due libri ad una comprensione creaturale della storia

Questo articolo offre un approccio alla considerazione teologica della rivelazione naturale e dei suoi rapporti con la rivelazione soprannaturale, come discusso nei principali manuali di teologia fondamentale e della rivelazione del secolo scorso. Nella letteratura teologica del Novecento, la comprensione della rivelazione divina nel creato sembra oscillare fra un’impostazione maggiormente filosofica, in cui l’aspetto filosofico come conoscenza naturale di Dio adombra il suo valore di vera rivelazione, e un’impostazione teologica che la riduce ad un momento iniziale della rivelazione storica, quando non la assorbe pienamente in essa. Poiché l’argomento riguarda aspetti centrali per la comprensione della creazione, della storia e dell’antropologia teologica, la teologia fondamentale non può limitarsi a discutere il rapporto fra le due modalità di rivelazione su un piano puramente logico-conoscitivo, ma è chiamata ad indicarne un’articolazione soddisfacente. In attesa che tale articolazione, all’interno dell’unico disegno divino di rivelazione, venga dalla teologia contemporanea ulteriormente precisata, si sottolineano due piste di riflessione, ovvero la rivalutazione della metafora dei due libri e un approfondimento cristocentrico della dimensione creaturale della storia.

This article deals with a theological consideration of natural revelation and its relationship with supernatural revelation, as it has been discussed in the most important textbooks of Fundamental Theology and Theology of Revelation during the last century. In the 20th century, the understanding of God’s revelation in nature oscillates between a mainly philosophical formulation, centered on the philosophy of natural knowledge of God and less interested in its dimension of true revelation, and a theological approach where creation is absorbed into history or considered as a mere a first stage of historical revelation. As fundamental aspects concerning history, anthropological theology, and the doctrine of creation are involved in this subject, Fundamental Theology should not confine itself to discuss the relationship between the two forms of revelation on a mere logical-cognitive level. It is also asked to provide a satisfactory model for their articulation, inside the unique divine design of revelation. Waiting for further comprehensive theological understandings, we here suggest two lines of reflection; namely, the rediscovery of the metaphor of the Two Books and a Christ-centered insight on the created character of history.

Published

2006-11-30

Issue

Section

Studi