Il pericolo della banalizzazione delle esequie nelle società secolarizzate
Abstract
Sommario: I. La mondanizzazione del funerale cristiano. II. L’umanità e le aperture della disciplina vigente. III. Il rischio dell’abusività minuta infraesequiale. 1. L’indiscriminata ammissione alla Comunione. 2. L’irrispondenza nella materialità e nella presentazione delle cose e delle persone. 3. L’inadeguatezza nell’atteggiamento e nei comportamenti dei partecipanti. 4. L’invadenza della parola umana nello svolgimento della celebrazione. IV. L’equivoco di fondo sul rito delle esequie. V. I rimedi pastorali e il discernimento procedimentale. VI. L’edificazione del connubio tra pietà e dovere.
L’articolo esplora la portata della doverosità nello svolgimento del rito in riferimento alla “mondanizzazione” del funerale cristiano nel contesto odierno (invadenza di rumori e parole profane, atteggiamenti scomposti ed emotivi, prevalenza del ricordo e del commento sul defunto, ecc.). Dopo aver esaminato i riferimenti della normativa liturgica generale (Ordo exsequiarum) e particolare (Rito delle esequie CEI 2011, soprattutto le Precisazioni) con l’umanità e le aperture della disciplina vigente, si individuano alcune deviazioni presenti nella celebrazione esequiale: l’indebita ammissione alla Comunione, l’irrispondenza del contesto e dell’apparato esteriore, la scorrettezza dei comportamenti dei partecipanti, l’ingerenza ed estensione della “parola umana”. L’equivoco di fondo risiede nel fraintendimento del senso del rito e nel predominio dell’umano e del terreno sul divino e sul soprannaturale. I principali rimedi pastorali cono costituiti perciò dalla tempestività della preparazione e dell’ordinamento del funerale e dall’avvedutezza nella scelta della modalità del rito. Fermo restando la priorità del profilo catechetico e mistagogico, la sintesi tra la pietà e il rispetto del dovuto evidenzia la speciale responsabilità dei pastori e la sensibilità per l’incidenza delle omissioni o debolezze celebrative.
This article explores the scope of dutifulness involved in carrying out the funeral rite, making reference to the ever greater “worldliness” of the Christian funeral in the context of today (the intrusion of profane sounds and words, disheveled and sentimental attitudes, the prevalence of commemorating and commenting about the deceased, etc.). After examining relevant references from the liturgical norms, both general (Ordo exsequiarum) and particular (Rito delle esequie CEI 2011, especially the Precisazioni), and considering the humanness of current discipline and the possibilities that it provides for, the author proceeds to identify some deviations that may be found in funeral celebrations: the undue admission to Communion, the inappropriateness of the context or external elements, improper behaviors on the part of participants, the intrusion and expansion of the “human word”. The underlying error resides in a misunderstanding of the meaning of the rite, as well as in the predominance of that which is human and earthly over that which is divine and supernatural. Its principal pastoral remedies consist, then, in the prompt preparation and organization of funerals, and in the prudent choice of the modality of the rite. Without prejudice to the priority of the catechetical and mystagogical profile, a synthesis between piety and the respect for what is due serves to highlight the special responsibility of pastors, in addition to a sensitivity toward the effect of omissions or weak points in the celebration.