Ontologia e dogma: il ruolo della schesis nella dottrina trinitaria greca
Abstract
Sommario: I. Introduzione. II. Gli esordi. III. L’accezione filosofica. IV. La scuola alessandrina. V. Il passaggio al IV secolo. VI. Basilio di Cesarea. VII. Gregorio di Nissa. VIII. Gregorio di Nazianzo. IX. Conclusione.
Si presenta un’analisi degli usi del termine schesis dagli esordi fino agli sviluppi in ambito filosofico e teologico del secolo IV. Si mostra, in questo modo, come l’interpretazione della Scrittura ha obbligato i Padri a rileggere il termine in modo chiaramente distinto rispetto all’elaborazione stoica e neoplatonica. In concreto, grazie all’eredità dei Padri precedenti, in particolare alessadrini, i Cappadoci reinterpretarono la schesis non più come mero accidente esterno alla sostanza, né come categoria esclusivamente logica, ma la dottrina trinitaria li obbligò ad inserire la schesis stessa nella sostanza divina, delineando per la prima volta a livello ontologico il relativo non accidentale. La ricognizione dei testi mette in luce una netta intenzione ontologica nel modo di argomentare e una chiara coscienza della novità introdotta. Lo studio getta anche qualche luce sulla concezione ontologica sottesa alla dottrina di Eunomio e sui suoi rapporti con il neoplatonismo del secolo IV.
The present article analyses the principal uses of the word schesis in Gregory of Nyssa’s Trinitarian works. The main result is that dogmatic development caused a theological resemantization of relation, that in divinis is not understood as mere accident, but that is inserted into the very immanence of the one divine substance. Gregory’s way of reasoning is explicitly ontological and is carried out on the background of the philosophical tradition of the interpretation of Aristotle’s Categories, from Alexander of Aphrodisia to Plotinus and Porphyry. Some authors like John Zizioulas missed this point, because they read the Cappadocians’ theology through an opposition of the substantial and the personal principles. On the contrary, in the Trinitarian ontology developed by the Fathers of the Church relation itself is the principle that keeps together unity and trinity in God.